Negli ultimi anni, il settore dell’hospitality si è notevolmente ampliato. L’offerta di strutture ricettive ormai non comprende solo gli hotel ma anche soluzioni molto diverse come gli appartamenti per vacanze e Bed and Breakfast. Quello del turismo è diventato un mercato sempre più competitivo, dove alla lunga vince chi, oltre a proporre soluzioni di qualità, è in grado di differenziarsi.

Tuttavia, esiste una costante che determina il successo o meno di queste strutture: il bisogno di relax e comfort da parte degli utenti. La camera di un albergo, così come le aree comuni della struttura, devono far sentire a proprio agio chi ha scelto di soggiornarvi. Inoltre, a questo si lega il fatto che alberghi e strutture ricettive hanno esigenze di progettazione e arredo molto precise.

Mobili e complementi non devono solo essere belli ma devono essere provvisti delle certificazioni e omologazioni di resistenza al fuoco e durata. Solo così è possibile coniugare design e sicurezza. Vediamo quindi quali sono le principali linee guida da tenere a mente quando si intende arredare un albergo.

Guida alla scelta dell’arredamento per hotel

 Se da un lato la ricerca del miglior compromesso tra qualità e prezzo sembra essere il driver principale delle scelte degli utenti, dall’altro lato anche sapersi distinguere e avere un occhio di riguardo nei confronti dei particolari si rivela la carta vincente in un mercato che, come abbiamo detto, diventa ogni giorno più competitivo.

Senza contare che la possibilità di ricevere un trattamento soddisfacente durante una vacanza rappresenta un ulteriore incentivo alla prenotazione presso questa o quella struttura.

Arredare un albergo comporta una serie di scelte che possono pesantemente condizionare l’esperienza dei clienti: qui di seguito vediamo quali sono i passi principali da compiere per non sbagliare e invogliare gli utenti a tornare. 

Come arredare la camera di un albergo

Che la permanenza di un cliente in hotel sia appagante o meno dipende soprattutto dalla camera in cui ha soggiornato.

Questa, per risultare accogliente e all’altezza delle aspettative, deve essere anche comoda. E qui, a giocare un ruolo fondamentale vi è non solo il modo in cui la stanza è stata progettata ma anche il tipo di arredamento scelto.

L’arredo deve potersi adattare alle esigenze di clienti diversi, dai viaggiatori agli uomini d’affari; per riuscire in questo intento, i mobili per alberghi devono essere versatili e funzionali. Chiaramente, anche l’occhio vuole la sua parte, specie negli alberghi di lusso o di alta categoria: gli arredi devono quindi risultare piacevoli, alla moda e coordinati tra loro.

Cosa non deve mai mancare in una camera d’albergo? 

Innanzitutto, un armadio o un servomuto, nel quale gli abiti possano essere riposti per lungo ma anche piegati. Tenendo a mente le necessità di una clientela business, l’arredo della camera deve comprendere anche la scrivania sulla quale poter lavorare e una sedia ergonomica, sulla quale è comodo poter stare seduti anche diverse ore. 

Importante è anche la gestione degli spazi, che deve trasmettere serenità e benessere: i mobili devono essere collocati in modo da non occupare più spazio del dovuto e in modo da non creare una sensazione di oppressione da ambiente “troppo pieno”.

È bene che il letto occupi la parte centrale della camera e che ai lati sia affiancato da due comodini completi di comoda abat jour da lettura, telefono, presa USB per ricaricare i vari device e collegamento Bluetooth per ascoltare la propria musica.


Comfort e relax dipendono anche dall’illuminazione
e da come lampade e faretti vengono disposti: occorre ricordare, infatti, che la luce in una camera di hotel deve agevolare il riposo e non risultare né eccessiva e né troppo cupa.

Ancora, specie nelle stanze di hotel di alta categoria è bene prevedere la presenza di una cassaforte, sicura e facile da usare, nella quale l’ospite può riporre soldi e altri oggetti preziosi.

Infine, ciò che contribuisce a distinguere un hotel di alto livello e a migliorare l’esperienza del cliente è la presenza di piccoli elettrodomestici come il frigobar e la televisione: attenzioni speciali che non potranno che essere apprezzate.

Colori e arredi per le pareti 

Che sia in viaggio per diletto o per motivi di lavoro, il cliente di un hotel, una volta rientrato in stanza, si aspetta di trovare un ambiente accogliente e confortevole in grado di favorire il riposo al termine della giornata.

In tutto questo, il colore rappresenta un aspetto fondamentale, a cominciare dalla tonalità scelta per le pareti: un classico bianco, oltre a illuminare e a dare l’impressione che lo spazio sia più ampio, facilita il relax. Altrimenti, si può optare per tinte tenui dai toni pastello, una scelta semplice che, se assortita in modo equilibrato con il resto del mobilio, è indicatore di ottimo gusto.

Puntare sui colori troppo scuri o accesi alle pareti è meno consigliato: oltre a stancare la vista più facilmente, possono disturbare il sonno. 

Una volta scelto il colore per le pareti delle camere, occorre valorizzarle e abbellirle con quadri e altri oggetti da appendere. Il consiglio, in questo caso, è quello di riuscire a sorprendere i propri ospiti con soluzioni originali pur rimanendo il più possibile fedeli allo stile e all’arredo dell’hotel.

Per i quadri è importante individuare i soggetti giusti che possano risultare graditi: ad esempio, stampe e quadri provenienti da un’edizione limitata e messi in esposizione e vendita a beneficio dei clienti. È un’idea che può conferire un tocco di classe e impreziosire gli ambienti. Va detto inoltre che non mancano gli alberghi che presentano pareti spoglie, senza quadri o stampe appese, in quanto la scelta si è concentrata su una carta da parati di design che dona un tono particolare alla stanza.    

Scegliere gli imbottiti

La scelta di tessuti e imbottiti è un altro punto fondamentale quando si è in cerca delle migliori soluzioni di arredo per hotel.

I principi base di flessibilità, tecnologia, funzionalità e materiali, essenziali quando si parla di mobili e accessori per ambienti, sono validi anche per divani, tessuti e imbottiti. Questi devono infatti farsi portavoce del mood dello spazio che contribuiscono ad abbellire, e al tempo stesso devono garantire massima affidabilità e qualità.

I prodotti imbottiti da inserire nell’arredamento per alberghi devono risultare il frutto di studi ergonomici approfonditi che rendono possibile la massima resistenza alle sollecitazioni ricevute nel tempo e, di conseguenza, assicurano una durata invidiabile.

Una consapevolezza che deriva sia dai risultati dei diversi stress test a cui i prodotti sono sottoposti, e sia dalle certificazioni indispensabili per operare in ambito contract e in contesti internazionali, laddove ad arredi e imbottiti è richiesto il pieno possesso dei requisiti stringenti in tema di resistenza nel tempo e garanzie funzionali.

Oltre a essere resistenti e durevoli, in una camera d’albergo è bene che sedie e divani assicurino ergonomia e assoluta comodità. Un requisito che deve andare di pari passo con la scelta di uno stile fresco, moderno e in linea con il design degli ambienti.

Infine, un consiglio per ravvivare e migliorare l’estetica della camera è quello di optare per cuscini e tappezzerie colorate, specie laddove, per mobili e pareti, sia stato scelto il bianco o una tinta uniforme color legno.

Come arredare la hall di un hotel

In una guida su come arredare un albergo non possono mancare alcune considerazioni sulla hall e la reception. Questi rappresentano il biglietto da visita per qualsiasi hotel: si tratta, infatti, dei primi ambienti ai quali il cliente accede ed è qui che inizia a farsi un’idea della struttura che lo ospiterà. Non solo: la hall è lo spazio nel quale il cliente potrebbe trovarsi a dover trascorrere molto tempo e, in quanto tale, è fondamentale che sia piacevole da vivere.

È bene quindi che aree comuni come hall e reception vengano adeguatamente valorizzate con arredi e complementi in grado di esaltare lo spirito e trasmettere il carattere della struttura. I mobili vanno scelti con cura e con un occhio di riguardo alla qualità e alla personalizzazione. Lo stile deve essere moderno e, come per le camere, non deve trascurare i dettagli: a cominciare dalla scelta delle luci, che non devono essere eccessivamente brillanti per non disturbare la lettura, all’utilizzo di specchi per ampliare la profondità dello spazio.

Inoltre, gli ospiti di una struttura ricettiva apprezzeranno sicuramente che nella hall sia presente un mobile o un angolo adibito alla raccolta di riviste, giornali e brochure gratuite che illustrino, ad esempio, quali attrazioni visitare in zona, come muoversi o i migliori locali in cui cenare nei dintorni. Date le circostanze e i regolamenti vigenti, sempre più strutture ricettive stanno sostituendo le brochure con pagine web accessibili tramite QR Code: molto più rapido, soprattutto per i clienti più affezionati allo smartphone, e sicuramente rispettoso delle norme igieniche. 

Infine, dato che hall e banco della reception rappresentano per l’hotel un importante banco di prova, è fondamentale non trascurare l’ordine e la pulizia: qualsiasi struttura, ma in particolar modo un hotel di lusso che vanta servizi impeccabili, non può assolutamente permettersi di cadere sull’igiene. I clienti non lo perdonerebbero e le numerose recensioni negative riscontrabili online ne sono una prova. 

Affidati al partner giusto per arredare il tuo albergo

I progetti contract riguardanti l’arredamento per B&B, hotel e altre strutture ricettive richiedono grande sensibilità, oltre a professionalità e affidabilità.

Per questo è necessario farsi supportare da chi è in grado di rispettare persino le tempistiche più strette e attenersi al progetto originale nonostante gli imprevisti o le modifiche che possono sopraggiungere in corso d’opera.

Allo stesso tempo, occorre individuare le soluzioni migliori pur assecondando le esigenze di budget stabilite.

Nei progetti che seguo investo lo stesso grado di impegno, passione e meticolosità. Arredare un albergo significa anche dover provvedere alle certificazioni giuste (si va dalla classe ignifuga dei prodotti alla resistenza agli agenti fisici e chimici) e, allo stesso tempo, tenere a mente che uno dei driver principali rimane sempre quello dell’accoglienza e del comfort degli spazi.

Significa dover affrontare situazioni molto diverse in cui è cruciale garantire sempre la massima qualità.

Gli elementi ai quali pensare sono tanti, e ognuno di questi richiede estrema cura e attenzione. Caratteristiche che ho avuto modo di affinare in più di venticinque anni trascorsi al fianco di aziende e privati che hanno visto in me uno dei principali punti di riferimento sul mercato e per questo hanno scelto di affidarmi i loro progetti contract.

Il mio compito è fornire loro un servizio completo, attento alla qualità e alla sostenibilità in termini di tempistiche di realizzazione e budget. Il cuore del mio lavoro, nel quale il settore dell’hospitality rappresenta una punta di diamante, è affiancare architetti e studi di design nel coordinare quelle fasi che dal progetto portano alla messa in opera e alla realizzazione.

Arredare un albergo e ristrutturarlo: intervista all’Architetto Davide Cumini

In ambito retail, il cliente che si rivolge a un architetto è spesso un big retailer, con una immagine ben definita e coordinata e un pacchetto di informazioni basilari  sulle quali progettare gli interventi di ristrutturazione. Informazioni fondamentali come i valori del brand, la politica commerciale, il tipo di spazi, il target della clientela. 

I progettisti che lavorano con il settore dell’hospitality, nel nostro paese, si muovono invece in un mercato meno caratterizzato dalla presenza dei “Big” (ossia le grandi catene) e più frammentato da piccoli operatori. Questi richiedono interventi legati alla specificità del territorio, al paesaggio, alla storicità del luogo, alla gastronomia e al design. Nell’intervista che segue, l’Architetto Davide Cumini, specialista nella progettazione di strutture ricettive, approfondisce gli aspetti legati alla ristrutturazione di un hotel e l’approccio necessario a rendere l’albergatore consapevole degli interventi da apportare.

Brand identity e customer experience: esiste un equilibrio tra due fattori così diversi?

Sì, ed è importante che esista sempre. Pensiamo agli spazi commerciali: quando un cliente entra in un locale o in un negozio deve percepire immediatamente la presenza del brand e, quando ne uscirà, dovrà ricordarsene e portare con sé il pensiero dell’esperienza che ha vissuto. 

La stessa cosa, a maggior ragione, succede con un hotel, dove il cliente non si limita a un acquisto ma compie una vera esperienza di vita vissuta all’interno della struttura. Anzi, le esperienze di vita vissuta sono state trasmesse al retail ma riguardano il tempo passato nello spazio. In un albergo, però, la cosa è immediata: si vive, infatti, lo spazio ricettivo con delle esperienze personali, con le situazioni della propria vita quotidiana. 

Come avviene in questo caso la trasmissione dei valori del brand? I gruppi alberghieri più strutturati (ad esempio il gruppo Accor, con il quale ho lavorato diverse volte) forniscono al progettista una sorta di brief con linee guida e brand book di riferimento, uno strumento utile soprattutto per le catene alberghiere di grandi dimensioni, in cui si desidera ottenere la stessa customer experience in tutti gli hotel del gruppo.

Negli ultimi anni le cose si sono evolute. Dato che ogni struttura ricettiva ha anche una sua precisa collocazione geografica, la richiesta che viene fatta al progettista è quella di attenersi al brief generale pur dando risalto alle specificità del territorio in cui si trova l’hotel, in modo che sia mantenuto il forte collegamento con la sua posizione. L’obiettivo è fare in modo che l’hotel si trasformi sempre più in un luogo aperto verso la città, che ospiti al suo interno delle attività che attirino visitatori e clienti non solo in cerca di un posto letto ma che desiderino vivere anche l’esperienza di qualcos’altro.

Pensiamo ad alcuni alberghi che offrono servizi come il ristorante o gli spazi co-working rivolti a tutti, non solo ai loro ospiti. Faccio due esempi eclatanti: lo Yard Hotel e il Bulgari, entrambi a Milano. Strutture che sono diventate veri e propri punti di aggregazione: un risultato, questo, che genera non soltanto economia ma anche lead, aumento dei potenziali clienti e passaparola.

Quali contenuti fornisci ai tuoi clienti (specie quelli medio-piccoli) per motivare la necessità di un progetto di ristrutturazione? 

Gli albergatori devono innanzitutto capire che, con il tempo, l’hotel ha cambiato la sua funzione. Nonostante le notevoli resistenze con le quali si scontra (“Funziona così da 40 anni, è sempre andato bene, perché devo cambiare?”), il progettista cerca quindi di far comprendere il plusvalore di una operazione di ristrutturazione aziendale che contempli non solo l’estetica ma anche le funzioni. Si cerca, ad esempio, di far percepire l’importanza di stabilire un’identità comune a tutte le macro aree dell’hotel.

Altrimenti, se un cliente è ospite di un hotel in cui la hall, bellissima, è stata appena ristrutturata, poi entra nella sua camera e trova un ambiente che mostra almeno trent’anni di storia, che esperienza potrà ricordare e riportare? 

Ci sono tanti interventi che si possono proporre come revisione generale dell’immagine di un hotel. Che contempla, ad esempio, una cosa che gli albergatori sottovalutano, ossia la fotografia degli ambienti dopo che sono stati ristrutturati. È fondamentale avere un servizio fotografico ben fatto per valorizzare gli interventi apportati, perché l’immagine genera appetibilità sui canali on line. I clienti oggi prenotano non più solo affidandosi al passaparola o alle recensioni, ma cercando un riferimento fotografico che mostri lo stato della struttura. 

Nella scelta dei materiali il cliente ha bisogno di essere “formato” per accettare una tua proposta oppure noti un buon livello di preparazione?

I clienti, devo dire la verità, nella maggior parte dei casi sono ben informati, soprattutto perché hanno l’esperienza funzionale del materiale. Tuttavia, a volte, questa esperienza può diventare un limite: specie quando rimangono legati a una concezione un po’ vecchia di un prodotto, che oggi, magari, ha conosciuto un nuovo sviluppo e viene impiegato in modo diverso. L’esempio del legno è abbastanza calzante: in un hotel a 3 stelle è davvero difficile mettere un pavimento in legno, perché lo si considera come un materiale molto delicato.

Di certo, il legno è più delicato di una piastrella qualunque, ma il concetto stesso della vita del legno è sicuramente molto interessante. Più appare rovinato e più è bello, poiché ha una storia da raccontare. E in realtà si può giustificare l’uso di qualsiasi materiale, se questo viene inserito all’interno di una filosofia progettuale coerente.

A proposito di come arredare un albergo, c’è una parte o un dettaglio sul quale indugi maggiormente e per il quale non ammetti compromessi?

Credo che la camera da letto abbia bisogno di una ristrutturazione innanzitutto a livello concettuale. Ci sono degli elementi di arredo che non si usano più, ma che devono essere presenti a tutti i costi mentre altri, sicuramente più utili, non vengono considerati. Ad esempio, il servomuto dovrebbe essere presente in ogni camera. Inserire un servomuto al posto dell’armadio guardaroba sarebbe una soluzione interessante e divertente. Certo è che in alcuni casi, ad esempio nei Family Hotel, il guardaroba è imprescindibile perché la camera viene usata per un tempo piuttosto lungo ed è bene avere uno spazio nel quale chiudere i vestiti. Il più delle volte, però, l’hotel è vissuto per pochi giorni e i vestiti restano in valigia o sulla sedia.

Un altro ambiente fondamentale per la stanza di un albergo è, semplicemente, il bagno. Ma questo ormai lo hanno capito quasi tutti. La ristrutturazione funzionale del bagno dovrebbe stare al primo posto in assoluto tra gli interventi da fare. 

Spazi interni, esterni, collettivi, di lavoro. Come bilanci gli interventi in queste macro aree?

La regola principale è avere spirito critico e concentrarsi sulle aree che possono e devono essere migliorate, ma anche sul target di clienti ai quali si desidera arrivare. Quindi, prima di apportare interventi globali, è indispensabile convincere l’albergatore a compiere un’analisi del suo business. Purtroppo, questo spesso non succede e molti progetti riescono male a causa di un brief incompleto, scorretto se non addirittura inesistente. Per un progettista non basta recepire il desiderato dal cliente, ma è fondamentale che lui stesso sia veramente consapevole degli obiettivi che intende raggiungere. 

Il progettista non può essere considerato come il garante del successo economico della struttura ma solo della corretta interpretazione di ciò che il cliente vuole. Molto spesso, invece, mi capita di leggere articoli e commenti critici in cui si accusano gli architetti di progettare senza tenere a mente le reali esigenze di un ristoratore o di un albergatore. Siamo i primi a essere messi in discussione quando qualcosa non funziona. Ma non è così. L’architetto non si inventa mai gli interventi da compiere, ma lavora basandosi su informazioni che il cliente ha fornito e che potrebbero non essere corrette.  

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